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  • 17/4/1971 - Marco Zonghetti
    [...] Per Ballarini si può ammettere un forte attaccamento al filone neofigurativo, un ritrovato gusto per il netto contorno degli oggetti, a sottolinearne la presenza effettiva nello spazio, ovunque indefinibile e squallido, dalle tinte efficacemente morte; una sistemazione dell’individuo reale entro una cornice di inespressa atmosfera, il vuoto che ci circonda [...]
  • 23/12/1971 - Marcello Cocco
    [...] Dice Ballarini: “Per decenni ho dipinto in piena solitudine, in maniera quasi furtiva, dialogando con me stesso”. Per decenni! Ma quanti anni ha questo pittore che dopo decenni di lavoro in solitudine, espone per la prima volta nel maggio del ‘71? Pare ne abbia 45, ne dimostra 30 - ma non ha importanza. Importante invece è la sua opera, e più ancora la sua rara umiltà che l’ha stranamente consigliato a tenere quasi nascosti per un quarto di secolo, dipinti che possono fare la felicità degli intenditori 174 175 più affinati ed esigenti. [...] Gallucci scrive che “la scoperta di questo pittore ci esalta e ci conforta” - lo penso anch’io.
  • 1973 - Valerio Volpini
    [...] Conosco Ballarini da venticinque anni; uomo di poche parole e schivo, appartiene al numero di quegli amici coi quali ci si trova d’accordo e con cui ci si mantiene legati anche se passano intere stagioni senza vedersi. In un mondo che affoga nelle parole, in messaggi e smancerie, il suo modo di essere contegnoso sino alla riservatezza, m’è sempre sembrato la prova di un qualcosa in più che egli potesse avere. [...] Ballarini è tutto inteso allo scavo della condizione interiore dei protagonisti: vede l’atteggiamento cadente e stanco delle creature (si noterà come li ritrae quasi sempre di spalle, come si allontanassero da un centro e le circonda di profonda pietà che non è solo sentimento ma anche dramma e richiamo alla fatica del vivere [...]
  • 23/12/1974 - Cesarina Gerunzi Zanucchi
    Ho visitato con grande interesse la mostra del pittore Ballarini al Palazzo ducale di Pesaro. Era un pezzo che non vedevo un numero di quadri così coerente, così solido e bello. Mi rallegro con l’artista [...] da una finestra chiusa sul suo mistero, da un muro nudo l’artista ha saputo suggerire un’esistenza - una breve speranza - un fallimento. Questa è arte per me, vera arte quella che l’umanità rappresenta e vive senza saperlo. Bravo Ballarini, sono lieta di averla del tutto conosciuta. Lei è un artista, lei è un pittore che non vuole darla da intendere. Le mando, anch’io, un bacio dei miei così lontani venti anni e le auguro tante vittorie.
  • Marzo, 1975 - Giorgio Braga
    [...] Ballarini pittore: qui siamo in quell’area, che si estende dalle Romagne alle porte di Roma, che ha conosciuto le autonomie comunali, in cui l’umanesimo ha trovato il primo sostentamento ed il rinascimento il massimo splendore. Una terza Italia che si è poi addormentata come in un sogno, ignorando la rivoluzione industriale. Da ciò la “piccola gente”, che vive di una gracile economia, ma che è intrisa di civiltà secolare. [...] Un mondo che il pittore tratta con un disegno scarnito, che procede lungo l’argine sottile che divide la malinconia acre dal grigiore del quotidiano. [...] Nei poveri amanti, vi sono, forse, i figli di quelli narrati da Pratolini. Le figure di periferia sono, forse, tratteggiate con il “lapis” di Marino Moretti. Il prete dalla tonaca lisa è (addirittura?) il fratello minore di quel curato di campagna, figlio di un’altra (ma non dissimile) provincia che Bernanos ha cantato. [...] Impresa non facile quella del Ballarini. Poichè si tratta di una pittura “altra”, sia da quella della contestazione espressionista che discende dal nord che da quella che risale dal sud, pregna di umori populisti. E neppure si tratta di pittura “naive”, poichè questa vuole dietro di sé il mito della natura incorrotta. Ed esportata, diviene solo un modo di evasione, come lo fu il mito del buon selvaggio, all’epoca della rivoluzione francese.

© 2011 Giuseppe Ballarini - Contatti